17/07/2017 - Comunicato della Camera Penale di Milano del 17 luglio 2017


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Risposta della Camera Penale di Milano al comunicato di ANM Milano a proposito di astensione

Leggiamo, non senza sorpresa, il comunicato pubblicato oggi da parte della sezione dell’ANM di Milano che, a proposito degli “stati di agitazione” proclamati, in particolare, dall’Unione delle Camere Penali italiane e “senza entrare nel merito delle ragioni dell’astensione”, afferma che essi avrebbero causato un grave disservizio che pone in pericolo il valore condiviso del giusto processo.

Invitiamo i componenti della giunta locale dell’ANM ad entrare, invece, nel merito delle ragioni delle precedenti astensioni e ancor più in quelle che giustificano quella di domani, affinché si possa valutare se il pericolo per il “valore condiviso del giusto processo” derivi dall’esercizio dell’unica forma possibile di protesta nell’interesse del cittadino che gli avvocati penalisti possono mettere in atto o – viceversa – dalle norme gravemente lesive dei diritti contro le quali l’avvocatura ha manifestato. Eppure, su alcune delle nostre preoccupazioni, con particolare riferimento al processo a distanza, lo stesso presidente dell’ANM, dott. Albamonte, si è espresso, in diversi confronti pubblici con il presidente UCPI, in termini di condivisione. Ciò anche a dimostrazione del fatto che la protesta contro le nuove norme del DDL Orlando non ha certo precluso il dialogo e il confronto con la magistratura.

L’astensione, peraltro, è stata accompagnata dalla continua volontà di confronto con la politica nazionale e locale, al fine di trovare soluzioni che tenessero conto delle esigenze della ragionevole durata del processo senza però dimenticare il necessario bilanciamento con i diritti inviolabili delle parti nel processo penale.

Il comunicato dell’ANM territoriale, in ogni caso, non sembra avere inteso che le ragioni sottese all’astensione, prevista per la giornata di domani, si pongono in termini peculiari rispetto alle precedenti proteste: l’ampio schieramento contrario all’estensione delle misure di prevenzione ai reati contro la pubblica amministrazione – che vede a fianco delle Camere Penali illustri esponenti della magistratura e dell’accademia – avrebbe imposto maggiore attenzione e riflessione sul tema sottostante.

Crediamo che le reali ragioni di disservizio non possano essere ricondotte a battaglie finalizzate proprio a far valere i principi del giusto processo, trovando, invece, fondamento in una legislazione fuori controllo, volta ad ottenere consenso politico, senza alcun investimento in termini di risorse e di buona organizzazione delle strutture giudiziarie esistenti. Non possiamo non ricordare come una nota ricerca commissionata da UCPI all’istituto Eurispes nel 2009 abbia verificato come la grande maggioranza delle cause di rinvio dei processi sia da ricondurre proprio a carenze organizzative e strutturali dell’amministrazione della giustizia. E come i dati del Ministero di Giustizia, a proposito di prescrizione, confermino una situazione a macchia di leopardo, che evidenzia sacche di inefficienza che prescindono certamente dagli effetti delle legittime manifestazioni di protesta degli avvocati.

Avvocati che, con fatica e determinazione, si sono trovati a dovere spiegare ai propri assistiti che attendono giustizia come il loro processo debba essere rinviato, con sospensione del termine di prescrizione, e ai cittadini, in generale, come l’astensione non sia finalizzata a rivendicazioni di tipo sindacale ma ad una protesta contro norme che incidono sui diritti di tutti, nell’ambito di una tendenza improntata all’efficienza a tutti i costi senza alcun rispetto per la qualità della giurisdizione.

Accogliamo con favore l’invito al dialogo e al confronto – più volte ricercato a livello locale con alterne fortune - soprattutto se essi verteranno sul tema della salvaguardia dei diritti di tutti, specie dei più deboli, nel processo penale.

Milano, 17 luglio 2017

 

Il Consiglio Direttivo