08/08/2014 - Aspettando il Congresso di Venezia


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La " squadra" e le ragioni di una scelta

Come interpreta la responsabilità della scelta, in base al metodo indicato dallo Statuto, il candidato Presidente Salvatore Scuto nella sua lettera ai colleghi dell'UCPI

 

 

 

 

LA "SQUADRA" E LE RAGIONI DI UNA SCELTA

 

Sappiamo tutti, sperimentandolo anche quotidianamente nelle aule di giustizia, come il metodo sia in grado di influenzare radicalmente il merito.

Da qui l'importanza che ogni questione di metodo  riveste non solo nel processo ma, verrebbe da dire, in ogni aspetto della nostra vita.

Ebbene, nel momento in cui rendo pubblica la composizione della squadra di candidati per la Giunta che sottoporrò al giudizio del Congresso di Venezia, credo sia davvero utile soffermarsi proprio sui criteri di scelta a cui ho fatto ricorso.

Ho, senza alcuna esitazione, posto in essere il metodo che indica il nostro Statuto quando assegna la responsabilità della scelta proprio al candidato Presidente in funzione dell'attuazione del programma che sottoporrà alla valutazione del Congresso.

Dell'attuazione del programma, così come della scelta dei candidati per la Giunta, colui che verrà eletto Presidente dell'Unione Camere Penali Italiane avrà la responsabilità e ne risponderà al Congresso, mentre il Consiglio delle Camere Penali eserciterà il proprio potere di controllo e di stimolo politico emanando direttive politiche generali anche aggiornando ed integrando quelle già approvate dal Congresso.

Sulla base di questi presupposti, assumendomi quindi la responsabilità che  deriva dalla nostra carta, ho ritenuto di individuare Colleghi iscritti alle Camere Penali che hanno negli anni svolto molteplici attività sia nel territorio che per la stessa Unione.

Con loro ho condiviso le linee programmatiche di quello che  oggi è il nostro progetto per il Governo dell'Unione per i prossimi due anni e che con loro sottoporrò alle Camere Penali in sede congressuale.

Come Vi dicevo, ho scelto in ragione del merito, che ho ritenuto di individuare in molteplici esperienze svolte in realtà territoriali assai diverse tra loro, ma ciascuna capace di arricchire – con le sue peculiarità – il bagaglio di idee e di competenze necessario per affrontare l'enorme e delicato, ma anche appassionante ed entusiasmante, impegno che ci attende.

E di questa scelta, ripeto, mi sono assunto e mi assumo tutta la responsabilità.

Forse qualcuno potrebbe tacciare questo metodo di scarsa democrazia, ed infatti è stato nel contempo rivendicato un metodo opposto, ma, a mio modo di vedere, del tutto estraneo al nostro Statuto ed alla nostra stessa storia, almeno a partire dal 1995.

Coinvolgere le Camere Penali, o meglio i loro Presidenti ed i loro Direttivi, nell'indicazione dei candidati per la composizione della Giunta sarebbe stato, secondo me, fonte di un grande equivoco, attraverso il quale forse si sarebbe potuto creare consenso, ma che avrebbe certamente generato dinamiche difficilmente controllabili dagli stessi organi cui spetta il Governo dell'Unione.

Né un tale criterio di scelta avrebbe potuto rappresentare in concreto una valida via per rivitalizzare il rapporto tra l'Unione e le stesse Camere Penali.

Il metodo, rispettoso della lettera e dello spirito del nostro Statuto, attraverso il quale ho cercato di individuare il merito del lavoro svolto con passione e dedizione dalle Camere Penali territoriali, al contrario, costituisce – ne sono convinto – l'autentica strada per coinvolgere e stimolare ogni Camera Penale ad essere parte integrante della vita e del progetto politico e culturale dell'Unione.

Come leggerete tra breve, della squadra di candidati per la Giunta che proporrò al Congresso di Venezia fanno parte Colleghi che hanno svolto un prezioso lavoro negli Osservatori – strumenti operativi che negli ultimi anni hanno rivelato una formidabile forza propulsiva per l'elaborazione culturale e politica dell'Unione -, nelle Commissioni – nei tanti casi in cui queste hanno funzionato – o che, nelle Camere Penali di appartenenza, hanno assolto una funzione (non necessariamente ancorata ad un ruolo direttivo) di stimolo per la vita associativa nei  molteplici aspetti che la caratterizzano.

Non è questo, allora, un metodo idoneo, in sintonia con il nostro Statuto, per ravvivare il rapporto tra l'Unione e le Camere Penali territoriali?

Non è questo un metodo capace di salvaguardare il delicato ed irrinunciabile equilibrio che la nostra architettura statutaria contempla e nello stesso tempo assicurare merito alla scelta dei candidati per la Giunta dei quali il candidato Presidente dell'Unione si assume la responsabilità dinnanzi al Congresso?

L'esercizio di questo metodo mi ha portato ad individuare giovani colleghe e colleghi che hanno già dimostrato di saper agire con efficacia all'interno dell'impervio, ma sempre affascinante, percorso dell'Unione e delle Camere Penali insieme a colleghi che  hanno vissuto da protagonisti battaglie passate ma mai dimenticate.

L'insieme delle loro esperienze, unitamente alla loro appassionata dedizione al perseguimento degli scopi dell'Unione, nel momento in cui il Congresso avrà espresso la propria fiducia, consentirà di poter affrontare  con efficacia e concretezza le molteplici sfide che ci attendono.

Ecco, allora, i candidati da me proposti per la Giunta:


Giulia Boccassi – Camera Penale di Alessandria

Maria Luisa Crotti – Camera Penale della Lombardia Orientale

Alessandro De Federicis – Camera Penale di Roma

Andrea Lazzoni – Camera Penale di La Spezia

Carlo Morace – Camera Penale di Reggio Calabria

Carmela Parziale - Camera Penale di Venezia

Angelo Peluso – Camera Penale di Napoli

Andrea Perini – Camera Penale di Piacenza

Matteo Pinna – Camera Penale di Cagliari

Fabrizio Siracusano – Camera Penale di Catania

Vinicio Vannucci – Camera Penale di Livorno

Attilio Villa – Camera Penale di Monza

 

                     Un caro saluto

                      Totò Scuto