19/08/2015 - Documento del Consiglio Direttivo


News

Il tallone di Achille

Succede.

 

Succede che le estati lungo la Penisola siano attraversate da ondate di caldo e repentine burrasche, cui si accompagnano roventi polemiche innestate da fatti di cronaca.

 

Linfa, queste ultime, per la macchina mediatico-giudiziaria ( che rischierebbe in loro assenza uno stop troppo pericolosamente prolungato) ed anche adrenalina contro il torpore e la noia al cui rischio ci si espone oziando sotto l'ombrellone.

 

Così, con molta passione e poca ragione da  giorni assistiamo al dibattere su ciò che dovrà essere la vita futura che attende l'incolpevole Achille,  neonato da due genitori già condannati in primo grado ad una pena elevata per un crimine grave.

 

Problema delicato che mette a dura prova ogni teoria sui rapporti tra etica e diritto, tra morale e giustizia sullo sfondo dei precetti che le scienze psicologiche e comportamentali oggi sono in grado di dettare.

 

Uno scenario quindi difficile che ha costituito per il dibattito sviluppatosi sui social network e sui media un pericoloso crinale sul quale pochi sono riusciti a non perdere l'equilibrio  schierandosi i più o retoricamente dalla parte della madre e del bambino o chiedendo a viva voce che il bambino fosse immediatamente sottratto alla madre in modo repentino e definitivo.

 

Al contrario, soprattutto i giuristi, non avrebbero dovuto perdere di vista uno degli scopi più delicati ed irrinunciabili che l'ordinamento giuridico e l'apparato giudiziario, che del primo ha il compito di realizzare i fini,  devono perseguire  e che è costituito dalla irrinunciabile ricerca di un equilibrio tra gli interessi che meritano tutela.

 

Ed in questo caso, piaccia o no, l'interesse del bambino che merita e reclama tutela non coincide con quello della madre e del padre; non può coincidere perché esiste una situazione personale dei due genitori che costituisce un nodo problematico per la loro stessa genitorialità; un nodo che l'ordinamento giuridico deve provare a sciogliere ricercando, appunto, il giusto contemperamento degli interessi che si contrappongono.

 

Dobbiamo però registrare – ed in ciò risiede l'opportunità che la Camera Penale di Milano ha ravvisato per questo intervento – che proprio sul cammino intrapreso per cercare di raggiungere quel fine, la macchina giudiziaria rischi di incepparsi a causa di alcuni comportamenti che non sembrano ispirati dall'equilibrio necessario.

 

Se da un lato non può che essere ritenuta legittima l'iniziativa della Procura presso il Tribunale dei Minori di Milano volta  ad aprire la procedura di adozione nei confronti del minore, non altrettanto legittimo appare il profluvio di dichiarazioni a stampa e televisioni con il quale il pubblico ministero ha accompagnato quella iniziativa.

 

Ancor più singolare, anzi tanto singolare da potersi considerare inopportuna, l'iniziativa del pubblico ministero, titolare delle indagini nei confronti dei genitori di Achille, di portare in dono a questi un paio di scarpette, ancora una volta sotto i riflettori dei media.


Così abbiamo appreso ogni particolare del gesto, le sue motivazioni, le modalità con le quali è stato compiuto.

 

Un gesto che proprio a causa di quelle forme e di quelle modalità perde ogni contenuto positivo, anche quelli che lo hanno probabilmente ispirato, a cospetto della sua imbarazzante inopportunità

 

Desta, infine, preoccupazione il ritardo con il quale il messo del Comune di Milano sta affrontando il doveroso compito del suo ufficio ovvero consentire al padre di Achille di riconoscere formalmente il proprio figlio.

 

Ritardo che compromette l'esercizio del diritto di difesa del recluso presso l'autorità giudiziaria competente. 

 

Si tratta di comportamenti che rischiano di screditare il percorso difficile che la giustizia ha intrapreso per giungere al risultato che si è più sopra richiamato.

 

Achille, involontario protagonista di questa triste vicenda, porta un nome simbolo per la mitologia greca e non vorremmo che proprio le modalità ed i comportamenti che si sono denunciati costituiscano il tallone di Achille di un sistema giudiziario che ha sempre più necessità di equilibrio e ragione. 

 

 

Il Consiglio Direttivo