20/10/2015 - Delibera del Consiglio Direttivo del 20.10.2015


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Delibera di solidarietà alla Camera Penale di Roma

 

 

 

 

 

 

Il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Milano, vista la delibera adottata dal Consiglio Direttivo della Camera Penale di Roma lo scorso 8 ottobre 2015 e tutti gli atti ad essa allegati, qui integralmente richiamati, nonché la delibera della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane in data 17 ottobre,

considerato

che la Camera Penale di Roma ha deliberato di adottare una prima forte forma di protesta contro il provvedimento con il quale il Tribunale di Roma, nel processo c.d. Mafia Capitale, ha fissato il calendario delle udienze e – in particolare - disposto, per tutti gli imputati, la partecipazione del processo a distanza mediante videoconferenza;

che tale provvedimento si pone in netto contrasto con la tutela del diritto di difesa, soprattutto per la motivazione con la quale viene derogato il diritto alla partecipazione personale dell’imputato al processo attraverso una discutibile interpretazione dei presupposti applicativi dell’art. 146 bis disp. att. c.p.p. di fatto pretestuosamente dettata più dai tempi serrati del calendario delle udienze che da generiche ragioni di sicurezza;

che sin dal momento dell’introduzione di quest’ultima disposizione, le Camere Penali si sono sempre espresse nel senso della incompatibilità della partecipazione a distanza dell’imputato con i principi del giusto processo e con la cornice normativa sovranazionale che contempla il diritto del medesimo a sentire personalmente e a controesaminare le fonti a suo carico;

che la contrarietà a tale modalità di partecipazione è stata anche dettata dalle difficoltà operative della gestione del rapporto tra il difensore e l’accusato attraverso mezzi tecnici l’uso dei quali non consente una piena attenzione all’attività di udienza e comporta, comunque, una serie di difficoltà logistiche non superabili, ma al più attenuabili solo attraverso la presenza di un difensore nel luogo di presenza dell’accusato, con costi della difesa pesantemente aggravati;

che, conseguentemente, la sinergia tra la partecipazione a distanza, la dislocazione dei giudicabili e l’intensità del calendario si riflette in modo gravemente pregiudizievole sulle garanzie primarie assegnate al processo penale

preso atto

che è attualmente all’esame del Senato la proposta di legge di riforma del processo penale su iniziativa del Ministro della Giustizia, nella quale si prevede, all’art. 27, una modifica dell’art. 146 bis disp. att. c.p.p. volta ad ampliarne i confini sia dal punto di vista delle categorie di reati che per quanto concerne il meccanismo applicativo, non più collegato soltanto a specifiche ragioni di sicurezza da verificare caso per caso bensì, per molti casi, a meri automatismi;

ritenuto

che è fondamentale informare adeguatamente l’opinione pubblica in ordine al diritto dell’imputato alla partecipazione al processo e sulla non conformità ai principi costituzionali e sovranazionali di un modello di processo virtuale, celebrato a distanza, che, se sicuramente ne riduce i costi, non garantisce la qualità della giurisdizione e del diritto di difesa;

 

tanto premesso, il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Milano

delibera

di esprimere la propria solidarietà alla Camera Penale di Roma, riservandosi di assumere ogni iniziativa volta ad evitare che il modello processuale basato sulla partecipazione dell’imputato a distanza possa essere esteso oltre gli attuali confini normativi, già troppo ampi;

invita

la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane ad adottare, in conformità alla propria deliberazione del 17 ottobre scorso, ogni iniziativa a livello politico e mediatico per far sì che il disegno di legge delega attualmente all’esame del Senato venga modificato con specifico riguardo al tema della partecipazione al processo a distanza.

 

Milano, 20 ottobre 2015

 

         Il segretario                                                                          Il Presidente

     avv. Andrea Soliani                                                        avv. Monica Barbara Gambirasio